sabato 24 novembre 2007

qualcosa che non va...





Avrei voluto tanto diventare una pecora rosa, per ora ho solo il nome ma l'animo è proprio nero.


C'è scritto sul giornale che essere tristi costa al PIL, che chi è triste compra meno e questo non giova all'economia, chi è triste se ne sta a casa e non conosce lo shopping.


La verità è che se io avessi i quattrini per fare shopping (almeno una volta ogni 2 mesi, non chiedo tanto) forse non sarei così triste!


La mia tristezza è causata proprio dal fatto che mi hanno insegnato che per essere felici a questo mondo occorre guadagnare, che essere una persona di successo significa avere un posto di lavoro dignitoso che ti assicuri uno stipendio ogni mese. Essere una persona di successo significa inoltre potersi permettere una famiglia, una casa di proprietà, una coppia di figli (preferibilmente un maschietto e una femminuccia... esattamente in quest'ordine).


Io non ho niente di tutto questo e non mi posso lamentare perchè altrimenti mi rinfaccerebbero che sono stata io la causa della mia famiglia rovinata, io la causa della rinuncia al posto fisso... Mi lamento qui, dove nessuno mi vede, solo Serena. Non mi vede lo Stato, non mi vedono le istituzioni, non mi vedono i miei genitori, il mio "ragazzo", mio fratello. Anche se mia madre ieri mi ha vista eccome, con i miei soliti occhi gonfi e rossi (e non c'è collirio che mi possa aiutare).


Posso dire, per discolparmi, che


1) ho dovuto rinunciare a metter su famiglia e lasciare andare via quello straccio di marito che avevo perchè non me ne facevo niente di uno che mi vedeva come un'ulteriore voce di spesa sul suo conto economico (a cui poi non ero affatto interessata);


2) ho dovuto rinunciare al posto fisso perchè per mantenerlo non avevo abbastanza risorse economiche per sostentarmi e per pagare tutte le spese in un paesino lontano, freddo e inospitale...

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