sabato 24 novembre 2007

qualcosa che non va...





Avrei voluto tanto diventare una pecora rosa, per ora ho solo il nome ma l'animo è proprio nero.


C'è scritto sul giornale che essere tristi costa al PIL, che chi è triste compra meno e questo non giova all'economia, chi è triste se ne sta a casa e non conosce lo shopping.


La verità è che se io avessi i quattrini per fare shopping (almeno una volta ogni 2 mesi, non chiedo tanto) forse non sarei così triste!


La mia tristezza è causata proprio dal fatto che mi hanno insegnato che per essere felici a questo mondo occorre guadagnare, che essere una persona di successo significa avere un posto di lavoro dignitoso che ti assicuri uno stipendio ogni mese. Essere una persona di successo significa inoltre potersi permettere una famiglia, una casa di proprietà, una coppia di figli (preferibilmente un maschietto e una femminuccia... esattamente in quest'ordine).


Io non ho niente di tutto questo e non mi posso lamentare perchè altrimenti mi rinfaccerebbero che sono stata io la causa della mia famiglia rovinata, io la causa della rinuncia al posto fisso... Mi lamento qui, dove nessuno mi vede, solo Serena. Non mi vede lo Stato, non mi vedono le istituzioni, non mi vedono i miei genitori, il mio "ragazzo", mio fratello. Anche se mia madre ieri mi ha vista eccome, con i miei soliti occhi gonfi e rossi (e non c'è collirio che mi possa aiutare).


Posso dire, per discolparmi, che


1) ho dovuto rinunciare a metter su famiglia e lasciare andare via quello straccio di marito che avevo perchè non me ne facevo niente di uno che mi vedeva come un'ulteriore voce di spesa sul suo conto economico (a cui poi non ero affatto interessata);


2) ho dovuto rinunciare al posto fisso perchè per mantenerlo non avevo abbastanza risorse economiche per sostentarmi e per pagare tutte le spese in un paesino lontano, freddo e inospitale...

venerdì 16 novembre 2007

Il compagno Rabinovich


Trascinata dagli eventi ad uno spettacolo di Moni Ovadia mai avrei pensato di divertirmi.
Non ci sarei mai andata, era mia ferma intenzione spendere il martedì sera mangiando fainè da Benito, ma visto che gli altri avevano già prenotato il posto a teatro mi sono unita a loro pattegiando: "io cedo sullo spettacolo ma poi voi cedete sulla fainè e se non è da Benito pazienza, andremo anche a Porto Torres".
Ma chi immaginava che lo spettacolo durasse 3 ore?
In somma, da Benito ci andrò stasera.

martedì 13 novembre 2007

Apparentemente una pecora nuova

Gettato fra i rifiuti il blog della buonanima pecoranera, riprendo con i miei percorsi di "giovane adulta" (certo che i sociologi sono bravi a coniare nuovi concetti, un po' meno a riempirli di significato), visto che sono lontani i tempi della young italian girl*, riprendo quindi con un rinnovato interesse verso gli altri.

Ci sono nuovi altri nella mia vita, nuovi amici, nuovo amore, nuovi parenti: mio fratello per esempio.

Questo è il mio esordio, il colore rosa è diventato uno dei miei preferiti, come si dice a Cagliari "a marolla" che significa "per forza". Necessariamente uno dei miei colori preferiti perchè il bianco, il nero e tutte le sfumature di grigio che ne nascono mi stavano deprimendo.

* si tratta di un'opera poco conosciuta di un certo pittore ottocentesco francese, Thomas Couture, uno di cui i francesi non parlano molto. I francesi non dicono molto al riguardo, non dicono per esempio che questa ragazza rimane, immortalmente, affissa, in un museo di Bristol. Tanto per citare ancora: il Museo di Bristol non è una pinacoteca, c'era una stanza con pochi quadri (alcuni palesemente falsi) di autori famosi, ma questo mi ha colpita in particolar modo, quegli occhi tristi mi erano così familiari...